Dalla consapevolezza nell’uso del linguaggio di Dacia Maraini al «Il potere delle parole» di Roberto Esposito. Il «Festival filosofico del Sannio» attraverso le lectio magistralis dei protagonisti della manifestazione affronta uno dei temi più attuali: il valore ed il potere del linguaggio. Se per la Maraini il linguaggio è l’espressione della cultura che ci differenzia dagli animali in quanto appartenenti alla società ed alla civiltà umana, Esposito analizzerà (domani pomeriggio teatro Comunale con inizio alle 15) il valore che le parole nell’uso corretto o sbagliato, possono avere nel linguaggio corrente.
Dacia Maraini, accolta con molto calore dagli studenti degli istituti superiori che hanno affollato venerdì la sala del cine-teatro «San Marco», dopo una rapida analisi sull’affermarsi negli anni dei diritti delle donne («anche se molta strada c’è ancora da fare» ha detto la scrittrice), rifacendosi agli ultimi due sue libri «In nome di Ipazia.
Riflessioni sul destino femminile» e «Vita mia», ha sottolineato le implicazioni negative delle parole usate in modo scorretto, per poi evidenziare che il pregiudizio che accompagna il pianeta femminile può essere superato anche attraverso l’uso corretto del linguaggio, nel rispetto e nella libertà.
Rifacendosi a quanto scritto nei due libri dalla Maraini, lo scrittore Eugenio Murrali e la presidente di «Stregati da Sophia» Carmela D’Aronzo, hanno invitato la scrittrice a ripercorrere il tempo della ribellione femminile all’inferiorità vissuta dalle donne e, soprattutto, le battaglie sostenute dalla scrittrice per difendere gli ideali di libertà, anche attraverso l’uso consapevole delle parole. «Basta poco nel linguaggio – ha detto la Maraini – per esprimersi correttamente con la consapevolezza di ciò che si dice. Con il tempo alcune cose sono cambiate ma la diffusione di un corretto modo di esprimersi ha bisogno di tempo». E immediati sono stati gli esempi di sostituire la parola «nero» al dispregiativo «negro», termine molto usato fino a pochi anni fa, e «essere umano» che, nell’intendere i due generi umani, maschile e femminile, ha sostituito la parola «uomo» precedentemente usata nel senso di comprendere anche il genere femminile.
Consapevolezza, dunque, per crescere con una particolare attenzione alla nuova tecnologia, come l’intelligenza artificiale, che può produrre effetti positivi ma anche negativi con la convinzione che la tecnologia deve essere usata in modo corretto imponendo giuste regole. Da Dacia Maraini alla la lectio magistralis di Roberto Esposito che affronterà il tema scelto per la decima edizione dl Festival filosofico del Sannio, «Linguaggio», sotto un’altra angolazione: «Il potere della parola». Esposito, docente emerito di Filosofia teoretica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, ha pubblicato relazioni e libri tradotti anche in inglese e francese. Il linguaggio, come espressione dell’essere umano, ha un grande potere perché le parole, scritte o pronunciate, hanno la possibilità di creare realtà nuove e, nello stesso tempo, far comprendere la natura e la convinzione di chi parla. «Molti filosofi moderni – anticipa D’Aronzo nel presentare l’appuntamento filosofico – hanno insistito su questo carattere istituente del linguaggio perché le parole da un lato informano ma dall’altro dichiarano, impegnano ed invitano a comportamenti che entrano nella vita di relazione rinnovandola anche radicalmente». Ad introdurre la lectio magistralis di Esposito sarà la stessa D’Aronzo, a coordinare l’incontro Aglaia Mcclintock docente di Diritto romano e dei diritti dell’antichità presso l’Università degli studi del Sannio.