“Bisogna dare esempio di democrazia”: Dacia Maraini al Festival filosofico del Sannio

E’ con le parole di Socrate che la professoressa Carmela D’Aronzo introduce la  prestigiosa ospite intervenuta al Festival Filosofico del Sannio “Esiste un solo bene la  conoscenza ed un solo male, l’ignoranza. Iniziamo parlando di un tema molto importante ed attuale, ovvero la conoscenza delle donne e, non potevamo non  parlarne, con Dacia Maraini che partecipa da oltre 10 anni a questa kermesse  arricchendo il nostro sapere”. 

Giunta ormai alla sua XI edizione, la rassegna, ideata ed organizzata dall’associazione  ‘Stregati da Sophia’ di cui la D’Aronzo è presidente, è stata inaugurata, lo scorso 10  marzo, dalla lectio magistralis della scrittrice fiorentina che, evocando la struggente  tela di Frida Kahlo impressa nel suo ultimo lavoro ‘Diario degli anni difficili. Con le  donne di ieri, di oggi e di domani’ ha esordito “E’ curioso che, nella cultura cattolica  tutte le Sante siano martiri, come se il corpo ferito fosse l’unico che riesce in qualche  modo a parlare”. 

Ed invero, nel quadro della pittrice messicana è raffigurata una cerva dal volto di  donna che corre in un bosco trafitta, come San Sebastiano, da tante frecce: una chiara  metafora per la Maraini degli abusi, dei femminicidi e più in generale della condizione  di inferiorità cui le donne, nel corso del tempo, sono state condannate. “E’ la storia che  ci fa diversi… fino al 1981 avevamo il delitto d’onore”, afferma infatti la scrittrice e, citando Simon de Beauvoiur sottolinea “Non si nasce donne lo si diventa, ma io  aggiungo che non si nasce uomini ma lo si diventa”. 

“Ogni 2 giorni”, prosegue l’autrice “muore una donna per mano di un uomo che il più  delle volte è marito o compagno di vita, alcuni dicono che la crescita esponenziale  proviene dall’aumento delle denunce, ma gli omicidi ci dicono che troppe donne  muoiono per mano di uomini che dicevano di amarle, il contrario non si sa, non ci sono  ogni anno 149 uomini che muoiono per mano di donne”. Pertanto, quando un  fenomeno si ripete ogni 2 giorni, ribadisce la Maraini, non è più possibile parlare di  raptus, ma di una voglia di punire le donne che pretendono autonomia,  riconoscimento professionale e prestigio “tutte cose che evocano il concetto di potere”. Tuttavia i retaggi di una cultura misogina sono rinvenibili già nel nostro linguaggio parlato; la parola uomo, ad esempio è universale utilizzata cioè per indicare sia il sesso  maschile che femminile “Non credo che la lingua si cambi aggiungendo un asterisco  alla fine della parola”, sottolinea la scrittrice. 

Laddove, la parola Femminicidio, peraltro non rinvenibile nel vocabolario della lingua  italiana, indica una divisione di genere e, proprio sulle differenze la Maraini  rispondendo a una domanda sul tema della biologia afferma “Qualsiasi differenza  basata sulla natura è pericolosissima e sfocia nel razzismo basato sulla differenza  biologica, l’idea della razza è perversa e inaccettabile: la scoperta del dna negli anni 40  ci ha mostrato che non esistono le razze, esistono naturalmente le differenze ma sono  geografiche”. 

Pertanto il vero tema per la scrittrice Toscana è insito in questa domanda “Fino a che  punto possiamo accettare i costumi, gli usi di un’altra tradizione culturale” e la risposta  secondo la Maraini è nella cultura del rispetto “bisogna dare un esempio di democrazia  dove i diritti delle persone sono rispettati”. 

Assunto in linea con quanto affermato da Clemente Mastella, sindaco di Benevento,  città ospitante la rassegna fino al prossimo maggio “Siamo conflittuali con noi stessi e  con gli altri, mai come in questo periodo caratterizzato da varie trasgressioni sul piano  geopolitico internazionale, ritorna utile la dimensione educativa, pedagogica, il  rispetto degli altri e le forme di tolleranze che non si intravedono” e conclude

“Mi fa molto piacere avere qui la sig.ra Dacia Maraini, il cui nome rimanda, peraltro, alla conquista dell’antica provincia da parte di Roma evocata in uno dei pannelli  incastonati nel monumento simbolo ed orgoglio della nostra città: l’arco di Traiano,  tra i 10 archi trionfali più belli e meglio conservati al mondo”

FONTE: lidentita

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