I ragazzi di “Io Capitano” e il sogno di un mondo più giusto

“Il cinema racchiude tante forme d’arte. E’ vergognoso che non sia insegnato nelle scuole. Col cinema si può fare filosofia, storia, musica. La mia formazione è pittorica. Ho cominciato da autodidatta con i cortometraggi. Il mio percorso va avanti da 30 anni. Quando ero giovane c’era la magia dell’andare a cinema. Oggi con le piattaforme è diverso, è visto come una sorta di Fast Food. Il cinema, che abbraccia tanti mestieri, vi dà un’esperienza, un’emozione, una visione più ampia del mondo”.

Su questo binario si sviluppa il dialogo di Matteo Garrone con gli studenti delle Scuole Superiori del Sannio, nel Teatro Comunale di Benevento, per il sesto appuntamento del Festival Filosofico, promosso dall’Associazione Culturale “Stregati da Sophia”. Il regista romano, vincitore di tanti premi, racconta i retroscena di due suoi film di grande successo, “Pinocchio” e “Io Capitano”, attraverso alcune clip relative al montaggio, alla costruzione delle scene, ai costumi. Un vero e proprio lavoro artigianale.

Il cuore dell’incontro è la storia di “Io Capitano”, l’ultimo lavoro di Garrone, candidato, tra l’altro, al Premio Oscar. “In questo film -spiega il regista- racconto l’odissea di un ragazzo che cerca di superare le difficoltà per raggiungere i suoi obiettivi e realizzare il suo sogno. Sente una profonda ingiustizia nel vedere che i suoi coetanei vanno in vacanza. Quando vengono nei nostri paesi non sanno cosa c’è dietro le luci. Sono giovani e si sentono invincibili. Negli ultimi dieci anni sono morte per mare 30 mila persone”.

Il protagonista della vicenda è un ragazzo di 16 anni, di nome Seydou, che si ritrova a guidare una barca con 250 migranti a bordo, con grande coraggio. Riesce a portare tutti in salvo e quando approda in Sicilia, urla: “Ce l’ho fatta, sono io il Capitano!”. “Noi, purtroppo, viviamo -osserva Garrone- in un paese in cui c’è una grande ipocrisia. Questi ragazzi non hanno nulla. Invece di applaudirli come eroi, vengono arrestati come trafficanti di essere umani. Sapendo che quelli veri stanno in Libia”.

L’argomento è di scottante attualità. Chiama in causa gli interessi economici dell’Europa e dell’Italia. Quale impatto ha avuto il film? “Non pensavamo -fa notare il regista- che le cose sarebbero cambiate, perché sappiamo che la politica conosce bene la situazione e pensa ai propri consensi. Comunque il film ha aiutato tanti a capire, a sensibilizzarsi. L’ho portato anche in Senegal, nei luoghi dove abbiamo girato e dove vivono il sogno legittimo di poter partire per un viaggio spesso illusorio”.

Con Garrone hanno interloquito Adriano Monti Buzzetti, redattore capo cultura del Tg 2, e gli studenti con tante domande. Mentre Carmela D’Aronzo, presidente di “Stregati da Sophia”, gli ha consegnato una targa ricordo, evidenziando le sue qualità di “regista che fa il suo mestiere con amore e passione”. “Bisogna dare ai ragazzi dell’Africa -conclude Garrone- la possibilità di formarsi nei loro paesi. Gli abitanti di quel continente sono per il 70 per cento giovani. Mentre l’Italia è seconda al mondo per popolazione anziana”.

FONTE: Lavocesannita

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