Roberto Vecchioni ha chiuso il Festiva I filosofico del Sannio con una leccio magistralis sul tema -L’importanza del linguaggio. Il cantautore-poeta, oltre a tracciare l’origine della parola in un incenso excursus linguistico è giunto alla conclusione che la nostra lingua è la più bella al mondo anche se meno conosciuta. Vecchioni, che certamente non ha bisogno di presentazioni, si è presentato da solo sul palco del teatro San Marco in anticipo rispetto al programma previsto dagli organizzatori. La scelta dell’artista è stata quella di dedicare tutto il tempo a disposizione (già fissato il rientro a Milano in aereo nel tardo pomeriggio) ai tantissimi studenti che hanno affollato in ogni ordine di posti il teatro. Vecchioni ha iniziato la lectio con una poesia dedicata all’importanza della parola recitata canticchiando sottovoce. Un modo diverso, gradito ai giovani, per introdurre il tema scelto per la decima edizione del festival filosofico beneventano promosso dall’associazione -Stregati da Sophia- in collaborazione con l’Università del Sannio. Rumori, suoni, radici monosillabiche e poi il sanscrito e il greco antico, tutte pietre miliari per la nascita del linguaggio. E poi il riferimento al “Cratilo” di Platone per spiegare in termini semplici l’importanza della nascita delle parole. Non solo linguistica nella relazione di Vecchioni ma anche il risvolto umano e sociale: Chi ha le parole è libero – ha detto Vecchioni – non solo perché può esprimere la sua idea ma anche perché può controbatterete tesi altrui. L’ignorante, invece, non dispone di parole e sera sempre sconfitto e potrà reagire con aggressività e violenza non essendo in grado di con fumare dialetticamente le tesi contrapposte». Nel corso della lectio magistralis Vecchioni ha anche affrontato il rapporto tra la parola e la vita sociale. Riferendosi ai recenti episodi di cronaca legati alla contestazione non solo da parte degli studenti nei confronti di rappresentati delle istituzioni. Vecchioni ha sostenuto che la contestazione, che va sempre sostenuta, deve consentire l’esposizione delle idee che poi potranno essere contestate, perché non c’è contestazione al silenzio». Infine una raccomandazione ai genitori affinché – insegnino ai figli, prima della scuola, la forza della parola -ha concluso Vecchioni – che si basa su tre principi: amore (perché si ha bisogno l’uno dell’ altro), libertà (perché le parole rendono liberi), giustizia (perché tutti devono avere gli stessi diritti). Al termine della lectio magistrali Roberto Vecchioni è stato letteralmente sommerso da tantissimi studenti per il firma copie del suo libro -Lezioni di volo e di atterraggio-. A conclusione della serata sono stati premiati i vincitori del concorso io filosofo con borse di studio messe in palio da “Stregati da Sophia”, dall’Università del Sannio, dalla famiglia Cocca ( in memoria del docente Diodoro Cocca), dall’Ance, da Offtec Progetti e da Tyche